Voi e Marcello Zane siete una garanzia, per questo consiglio assolutamente a tutti di partecipare. (Cristiana)
Io avevo già partecipato tempo fa a un trekking vostro pre Covid, Sono interessanti perchè spesso sono posti in cui ci si passa mille volte e non se ne sa nulla. Ad esempio l’altra volta a Campo Fiera ho conosciuto una storia, legata anche al commercio degli animali. Questa di oggi è una strada che io faccio sempre in macchina, sapevo di Campo Morosini ma non sapevo di quello che era successo. Mi e davvero piaciuto (Teresa)
Io sono bresciano di adozione, vivo qui da poco più di due anni e mezzo. Grazie anche a queste esperienze posso conoscere lati della città che spesso e volentieri sono ignote anche agli abitanti stessi. E’ un’esperienza interessante che arricchisce parecchio. (Samuele)
Un’esperienza davvero bella e interessante, una novità per me…oltretutto io sono della provincia e la città non la conosco bene. Mi è piaciuto molto anche passare da via Milano e incontrare varie culture. (Alessandro)
Una delle cose che colpisce di più è l’energia che si scatena da questi ragazzi e arriva dritta sul pubblico, a cominciare da quando saltano sul palco…bravi! (Una spettatrice)
E’ la dimostrazione di come il teatro sia essenziale anche per i giovani, di come li aiuti ad esprimersi, a “buttar fuori” quello che sentono, che hanno dentro (Uno spettatore)
Il lock down li ha fermati, avevano bisogno di ricominciare e non è stato facile e nemmeno immediato. La pausa ci ha impigriti mentalmente e fisicamente, questo spettacolo, anche se ancora uno studio, è l’espressione anche del bisogno di ricominciare, di esserci. (Ilaria)
Un viaggio quasi nostalgico nella nostra infanzia e adolescenza e una critica, forse, del consumismo e dell’educazione.(Paolo)
Già dalla colonna sonora iniziale, prima dello spettacolo, un tuffo nel passato e nei cartoni con cui sono cresciuta. Lui eccezionale, davvero bravo. (Una spettatrice)
I giapponesi erano troppo avanti! (Uno spettatore)
Fa riflettere, divertire e anche un po’ rattristare per alcuni pensieri. Comunque consigliatissimo! (Elisa)
Impossibile non cantare a squarciagola tutte le canzoni! (una spettatrice)
Non avevo in mente un racconto del cosa era prima e cosa dopo in termini architettonici, ma mi interessava fare una semplice domanda, per capire che cosa le persone intendessero per “rigenerare”, così ho raccolto le loro voci e testimonianze, scandite dalle canzoni di Francesco Braghini, che considero una specie di enciclopedia vivente bresciana, oltre che un’istituzione. Credo che questo film rimarrà un documento importante per la città. Ho accettato questo lavoro anche perché sono molto affascinato dalla responsabilità che dovrebbe avere chi disegna la città. L’urbanistica plasma, nel bene e nel male, anche le persone. Un quartiere o una città senza piazze, ad esempio, genererà un certo tipo di persone, di interazioni, di relazioni. (Elia Moutamid – Regista di Radio Fontane)
In questi giorni sto lavorando per Barfly alla Corte Dall’Era, che è uno dei luoghi presenti anche nel film, ed è stata la prima volta che sono tornata in Via Milano dopo il periodo di chiusura che abbiamo vissuto tutti e mi sono accorta di quante cose nuove ci sono, rispetto anche a quelle che di vedono nel documentario, tanti cambiamenti. A maggior ragione, perciò, credo che questo RADIO FONTANE abbia ancora più senso, perché documento quello che c’era prima delle varie trasformazioni. (Francesca Mainetti – Teatro19)
Guardando il film ho riflettuto sul fatto che la trasformazione, la rigenerazione è sempre in divenire; man mano che vedevo le immagini mi sono accorta di alcuni cambiamenti e ho pensato a quelli che ci saranno. E’ un po’ come avere uno sguardo sul passato, che però proietta già anche su un futuro in arrivo. (Roberta Moneta – Teatro19)
Grazie a Teatro19 e al regista per il lavoro fatto in questi anni. Sono d’accordo sul fatto che sia un documento importante, che però, per certi versi, spaventa. Il film, vedendolo anche dal lato dell’Amministrazione, è molto bello anche perché non è propagandistico, non è la visione del Comune che ci mostra cosa si sta facendo, ma è la restituzione di una complessità, che non è solo quella del progetto di rigenerazione urbana, ma del contesto stesso in cui si sta lavorando, fatta di percezioni molto diverse, della storia, del presente e del futuro di questo luogo della città. Il bello è non pretendere di uniformare queste percezioni (ed è anche la responsabilità degli Amministratori): sarebbe un errore madornale, perché la pluralità deli luoghi, dei sentori, delle percezioni è esattamente quello che deve essere una città. (Roberto Cammarata, presidente del Consiglio Comunale di Brescia)
Se avessi il potere di definire le iniziative più significative sul piano educativo, formativo, accademico, storico, artistico, culturale e civico della città metterei senza dubbio in primo piano questa proposta di trekking urbano messa a punto da Primo TREKKING URBANO in Barfly 2021 e Teatro19 . Farei in ogni modo per trovare le risorse necessarie a dare la più ampia continuità e stabilità a questa ricchissima e significativa iniziativa. Poco più di un’ora e mezza di passeggiata tra alcuni luoghi della città condotta con sapienza e affabilità da Marcello Zane e animata dalla passione e dalla bellezza formidabile di molti superbi artisti che abbiamo la fortuna di avere in città. Artisti la cui qualità e maestria potrebbe dispiegarsi, ammirata, in ogni luogo del nostro bel paese, vista la loro incommensurabile bravura. Un grande grazie a Marina Rossi , Davide Sforzini , Valeria Battaini , Angela Scalvini e alle tante persone che hanno reso possibile questa esperienza. (Mimmo Cortese)
Lo storico che ci guida è davvero bravo. E’ incredibile scoprire cose della città che non si conoscevano, come quelle di Campo Fera o del Cimitero Monumentale di cui praticamente non sapevamo nulla. E’ bello e stupefacente fare un trekking nella propria città, passare in luoghi quotidiani ma in realtà sconosciuti (Federica)
Mi sembra incredibile che queste storie non vengano insegnate a scuola, è la nostra storia e mi fa sentire ignorante non saperne niente. E’ importantissimo e molto bello per tutti noi (Marco)
Dopo l’ultima replica è successa una cosa davvero carina. C’era una bimba che stava lì sull’altalena (è stata lì sempre ad ogni turno e si spostava solo quando arrivava il pubblico), che mi applaudiva! Allora le ho fatto una carezza, l’ho ringraziata e le ho chiesto il nome. Lei tutta felice è corsa verso un gruppo di donne sedute poco distanti per prendere un cellulare ed è tornata a farmi le foto. Quando poi mi sono incamminata per lasciare il parco, sono passata proprio vicino a questo gruppo di donne…erano 5 o 6 sedute in cerchio. Anche loro hanno cominciato a applaudirmi e allora io, un po’ emozionata, mi sono avvicinata e mi hanno invitato a sedermi. Solo una parlava in italiano, mi ha detto che erano egiziane. Abbiamo cominciato a parlare del loro Paese (con la ragazza che faceva da interprete) e poi mi hanno chiesto che cosa avevo recitato. Medea non la conoscevano e così ho spiegato brevemente chi era e che cosa aveva fatto…sono rimaste di stucco! Poi hanno preso dell’acqua calda che avevano in un thermos al centro del cerchio, l’hanno versata in un bicchiere aggiungendo del tè sfuso, che mi hanno offerto. Mi sono fermata con loro a bere il tè ed è stato un incontro davvero piacevole, soprattutto dopo aver interpretato Medea così carica di rabbia!
Molto bello! Io abito in questo quartiere e molte cose le sapevo già, altre no…tra l’altro al Campo Morosini ci venivo da piccola. Credo sia importante valorizzare la storia che c’è in questi posti. (Marta)
Io faccio viaggi dall’altra parte del Mondo e poi non conosco quello che c’è dietro casa mia, credo perciò sia molto importante quello che fate e spero si possa proseguire in questa direzione. (una spettatrice)
Valorizzare questi quartieri dove l’interculturalità è alla base è bellissimo, così come l’idea del “confine” come è stata interpretata e letta mi è piaciuta molto. (una spettatrice)
Noi siamo di Campo Fera molto cose le conoscevamo ma è stato bello e inaspettato. (uno spettatore)
Bella questa esperienza a metà tra il teatro e la storia! (uno spettatore)
Io non sapevo neanche che la Caffaro fosse ancora in attività e non sapevo praticamente nulla della storia di questo quartiere, per cui è stato molto interessante. (Lucia)
Non avevo mai visto nemmeno la stazione dei treni che c’è qui, ed è un luogo delizioso. Veramente bellissimo, così come quei momenti di danza e poesia…wow! (uno spettatore)
“Bello perché è all’aperto, bello per riappropriarci del terreno, del sole, dell’aria, del caldo” (Donata)
“Io non pensavo di essere in grado di fare queste cose, ed è stato fantastico provarci”
“Insegnanti eccezionali”
“Rotolare in Via Milano mi è piaciuto molto. Grazie davvero a Teatro19, al Barfly e al progetto di riqualificazione” (Luisa)
“In questo parco e con questi laboratori succedono sempre cose belle”
“E’ stata proprio una bella idea, uno perché è stato fatto in un ambiente spazioso e a contatto con l’erba e la natura, le persone molte belle, la durata pure, quindi è stato veramente un bell’esperimento da rifare” (Serena)
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