Pasolini, l’Aida, la filosofia, Karen Blixen, Topolino, le guide turistiche, le canzoni, qual è il modo migliore per parlare del colonialismo italiano? Che cosa è stato il colonialismo degli italiani in Africa? Sicuramente sul mio libro di storia non se n’è mai parlato, di sicuro mi sarebbe stato utile saperlo quando, nei miei anni latinoamericani, mi sono sentita più volte colpevole di appartenere a un popolo di colonizzatori. Forse mi sarebbe bastato conoscere quell’esilarante, quanto improbabile ma incredibilmente efficace, dialogo tra Bob Marley e Audrey Hepburn. Di sicuro avrei voluto avere quella dissacrante, politicamente scorretta, pungente e efficacissima ironia di Timpano e Frosini, per poter parlare di argomenti scomodi, per noi stessi e per gli altri, per affrontare una storia accantonata ma necessaria da conoscere per poter comprendere anche quello che sta succedendo quotidianamente nel mediterraneo, nei centri di accoglienza, nel bailamme degli aiuti umanitari, ma soprattutto per ricordarci che, assolti o meno, siamo comunque tutti coinvolti!
Liuz
Ero molto emozionata, è stato stupendo. Livello di recitazione altissimo e il contenuto è potentissimo. Non ho fatto fatica a stare in scena zitta tutto il tempo, perché il contenuto era così potente che mi sarebbe sembrato di sminuirlo con qualsiasi commento o battuta. Era carina l’idea di avere me sul palco e scoprire che poi alla fine sono italiana, ma non parlando non è che ci sia stato un colpo di scena, però forse a Brescia ci può anche stare, perché tanto un bresciano medio è abituato al fatto che quando si trova di fronte a un nero può essere più bresciano di lui. (Gemma ospite speciale dello spettacolo)
Conoscevo già Timpano e avevo alte aspettative su questo spettacolo e le ha soddisfatte pienamente. E’ stato pazzesco col suo modo ironico di mettere “il coltello nella piaga”. Mi rimarrà in testa per settimane, sono davvero contenta di averlo visto e grazie perciò a Teatro19 per aver dato la possibilità a noi di vederlo.
E fare teatro in un posto così poi è una bellissima idea, meriterebbe molta più gente, anche se poi è bello non essere in tanti perché si crea un rapporto più intimo tra attore e spettatore, che questa sera c’è stato. Eravamo qui in un posto magari non consono per una spettacolo ed eravamo più vicini, ed è stato bello anche per questo. (Nadia)Spettacolo interessante, che affronta un argomento che normalmente in Italia non è trattato. (Valentino)
Mi piace moltissimo l’idea di portare il teatro in un posto diverso dal teatro, come anche gli spettacoli fatti in Piazza Mercato, ma anche qui in questo locale, in questo parco. E’ bello rivitalizzare questi piccoli luoghi della città, che magari normalmente hanno poco afflusso di gente, invece così riprendono vita. (Irene)
Lo spettacolo mi è piaciuto molto, ho trovato il tema abbastanza difficile ma affrontato con molta ironia, tanti stacchi tra il passato e il presente e poi emergono pensieri che tutti fanno ma che non dicono, le ipocrisie, i sensi di colpa, l’idea che la nostra cultura dovrebbe essere superiore a tutte le altre. E poi si, è assolutamente vero che in Italia non si studia proprio questa parte della nostra storia, io, per esempio, l’ho appresa da sola. Bella anche l’idea di avere in scena la ragazza etiope che faceva da contraltare silenzioso… mi fa pensare che non riusciremo mai a metterci nei loro panni, forse bisognerebbe andare in Africa e fare noi il viaggio al contrario. Il fare teatro non in un teatro è per me come tornare alle origini, il teatro non è nato nei salotti buoni e poi il teatro è comunità, è relazione, fa riflettere sulle nostre idee, sulla nostra vita, ed è perciò molto reale, quindi deve sempre di più tornare in strada. Il teatro è importantissimo, riflette la persona, quindi bisogna fare teatro, andare a scuola di teatro, bisogna provarlo a fare anche in prima persona, così si capisce che cos’è. Anche l’idea di essere da questa parte della città mi piace molto, per molti è una zona abbandonata ma per me invece è vissuta, perché ci sono gli stranieri e ci sono quindi molte visioni, molte lingue, molto culture ed è quindi una ricchezza. (Clara)
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