Il lavoro si è concentrato sulla gemellarità di ognuno di noi con l’ombra che ci vive accanto. Sulla relazione fra mondo reale e realtà immaginata. Abbiamo indagato, attraverso la poesia materiale dei corpi, sia il valore, sia il pericolo dell’ombra. Non abbiamo trovato una risposta. Abbiamo dato ascolto al dubbio, all’incertezza. Chi può dire che “il sogno non sia questa cosa vaga che io chiamo la mia vita?”
